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Il Fronte di Liberazione Nazionale a Eboli e il 25 Aprile
Il Fronte di Liberazione Nazionale a Eboli e il 25 Aprile
Lunedì, 25 Aprile 2022 00:00 - 25 Aprile 2022

È Mario Garuglieri ad annunciare la nascita del Comitato di Concentrazione Antifascista di Eboli. Lo fa scrivendo una lettera alle forze Alleate, il 2 ottobre 1943. Tra gli scopi del comitato: ridare ordine politico e amministrativo al paese; farsi interprete dei bisogni immediati della popolazione…

È così che comincia il lento cammino verso la democrazia, con questa lettera. Ma siamo ancora in piena guerra, la città è distrutta dai bombardamenti, due terzi della popolazione è priva di tetto e l’inverno si sta drammaticamente avvicinando. Quando pensiamo alla libertà, è a questo giorno che dovremmo tornare. A una città fantasma, in preda alla fame e al freddo, umiliata da vandali e approfittatori. È da qui che siamo partiti.

La via verso la libertà non segue un'unica strada. Ce ne sono tante, ramificate, imprevedibili. Una di queste ha un tragitto fatto di carta e inchiostro, e si snoda, pagina dopo pagina, nei verbali di questo stesso comitato e del Fronte Nazionale di Liberazione. Ecco, da questi verbali emerge la più ardua e avventurosa impresa di un gruppo di uomini diversi (diversissimi) fra loro per cultura, idee, prospettive, e che tuttavia si riuniscono, progettano e costruiscono, per voltare definitivamente la pagina del fascismo, per ridare a Eboli – e all’Italia – una nuova vita.

Il Fronte di Liberazione si riunisce ogni sabato, affrontando le difficoltà più basilari. Dove riunirsi, se in tutta Eboli ormai non ci sono quasi più case che si reggano in piedi? C’è una sala in Pretura, sarà lì che la porta si aprirà (ma non sempre) per i primi incontri.

Uno dei primissimi risultati del Fronte è quello di designare un Sindaco. Dopo vent’anni di vessazioni dei Podestà e una breve parentesi di un Commissario Prefettizio, sarà l’avvocato Francesco Romano Cesareo a ricoprire questo importante compito.

La guerra continua incessantemente e questo lavoro certosino di costruzione democratica procede, verbale dopo verbale, rivelando tutta la complessità del momento. Potrebbe sembrare scontato, che dopo vent’anni di dittatura, la catastrofe di una guerra ancora in corso e le centinaia di migliaia di morti causate, la popolazione si unisca compatta alle istanze democratiche Eppure uno dei compiti più ardui del Fronte è proprio quello di affrontare “ancora” fascisti, sabotatori della libertà, approfittatori e sciacalli. “Epurazione” è una delle parole che ricorre più spesso nei verbali, per ben 74 volte. Giorno per giorno ci si ritrova a dover cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio (per dirla col Calvino de Le città invisibili). Eppure l’inferno della violenza e della sopraffazione è ancora lì, vivo, pronto a infilarsi tra le maglie della nuova Italia. E stanarlo non è un compito semplice.

Per un anno e mezzo i verbali raccontano un percorso arduo, pieno di insidie, rivelano un dibattito che penetra nelle sfere personali dei partecipanti, si arresta più volte per poi rinascere più urgente e necessario e nonostante le continue divergenze non si spegne mai, si autoalimenta, come una fiamma ostinata che brucia di passione propria. Per un anno e mezzo scorrono i nomi dei protagonisti di quei giorni e della città che prova a rialzarsi, nonostante tutto.

È simbolico che il 24 aprile 1945, il giorno precedente a quello che poi sarà ricordato per sempre come il giorno della liberazione, ecco, proprio poche ore prima di quella data simbolica, il sindaco di Eboli presenti al Fronte il progetto di un piano regolatore nuovo, che consenta l’ampliamento e la ricostruzione di Eboli.

È solo il 7 maggio successivo che la Liberazione entra fra le pagine dei verbali, con queste parole:
In considerazione che notizie ufficiali (radio) confermano la cessazione della guerra in Europa per la capitolazione della Germania, si decide organizzare una manifestazione di giubilo a carattere popolare e non politico, dimostrazione plebiscitaria di esaltazione per la pace, di fede per la rinascita nazionale e di solidarietà verso le forze armate alleate.

La pace è finalmente tornata. Ma non sarà esattamente come voltare la pagina di un libro. Il Fronte nazionale continuerà il suo irriducibile lavoro di ricostruzione, passo dopo passo, inciampando, anche, ma sempre mirando a una libertà nuova e matura, che non possa ricadere nell’incubo che è appena terminato.

Da lì a un anno, il 7 aprile 1946 si terrano le prime elezioni libere per il Comune di Eboli. * È possibile leggere i verbali del Fronte di Liberazione Nazionale, ordinati cronologicamente e con un efficace apparato critico, nella pubblicazione di Giuseppe Barra, “Il Fronte di Liberazione Nazionale in Eboli” (Edizioni Centro Culturale Studi Storici, 2022). Un libro preziosissimo per la ricostruzione dei giorni immediatamente successivi alla caduta del Fascismo.

Giuseppe Avigliano

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