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Quasi al centro della Piana del Sele, nella contrada Santa Cecilia, sorge la chiesa di San Vito al Sele, ricordata tra le più antiche del territorio. Essa venne edificata per raccogliere, custodire e venerare le spoglie mortali dei Santi Vito, Modesto e Crescenza, martirizzati a Roma sotto Diocleziano. La notizia più antica sulla chiesa di San Vito al Sele è del 1042 ove è riportata tra i beni della Chiesa Salernitana. Nel 1080 Roberto il Guiscardo, principe di Salerno, per intercessione della moglie Sichelgaita, confermò all'Arcivescovo Alfano i beni che la Chiesa Salernitana possedeva in territorio di Eboli: "ecclesiam S. Viti de Silare cum corte et silvis et pertinentiis ipsorum". Durante la Santa Visita Pastorale, eseguita nell'anno 1585 dall'Arcivescovo di Salerno, la Chiesa fu visitata e risultò in ottimo stato. La chiesa fu ristrutturata negli anni che vanno dal 1632 al 1636: riparazioni furono eseguite anche nel 1715, come le mura, il tetto, il portone e l'abbellimento. Così anche nel 1846, quando il Decurionato di Eboli delibera che i donativi fatti nel 1837, al tempo del colera, siano convertiti in danari e spesi per le riparazioni del tetto, dei muri e dell'altare maggiore. Nel 1929 fu costruito lo splendido altare che ancora oggi possiamo ammirare. L'Arcivescovo di Salerno Mons. Demetrio Moscato, l'1 ottobre 1957, trasferisce la Parrocchia di San Nicola de Schola Graeca in San Vito al Sele. Nel 1974 la sede parrocchiale, dall’antica chiesa di San Vito al Sele è trasferita nel centro della località S. Cecilia.


La Chiesa di S. Giuseppe all'Aversana, si trova nella località Aversana al confine con il comune di Battipaglia e fu fatta costruire dalla famiglia Genovese di Olevano sul Tusciano, all’inizio del 1600 o ancora prima. Lo stile della chiesa è il barocco. Nell’anno 1739 la cappella fu ampliata con l’aggiunta di altri due altari. Nel 1739 furono acquisite due tele di un artista napoletano, che adesso sono esposte nella chiesa parrocchiale di S. Giuseppe e Fortunato, in località Aversana. Nel 1865 i terreni dei Genovese, compresa la Chiesa, passano alla famiglia Farina. Nel ‘900 la Chiesa, ereditata dal vescovo di Troia, mons. Fortunato Farina, fu donata all’Arcivescovo di Salerno.


La chiesetta di Santa Cecilia, di data imprecisata, si trova nell’omonima località. Il primo documento che la cita è del 1161, ma già nel 1095 vi era la località denominata Santa Cecilia. La chiesetta sarà restaurata dal cardinale Antonio Carafa, abate commendatario perpetuo dell’Abbazia di San Pietro Apostolo di Eboli. La Chiesa sarà rifatta completamente nel 1733 su quella preesistente da parte dell’abate Mario Mellini. Dalla sua fondazione la chiesa è stata sempre dei Benedettini fino a quando nel 1744 insieme ai relativi terreni fu assegnata in perpetuo, dal papa Benedetto XIV, al Collegio dei Cinesi, ora Istituto Orientale, fondato da padre Matteo Ripa. Attualmente è ancora proprietà dell’Istituto Orientale e chiusa al culto.


La chiesa dedicata a San Berniero, santo spagnolo compatrono di Eboli, si trova in località Arenosola. La chiesa presenta la facciata a capanna con archetti pensili. E' stata costruita tra il 1737 e 1739 come afferma l'atto notarile del notaio Berniero Romano. Nel 1821 apparteneva ai beni del Comune di Eboli. La chiesa, chiusa al culto, urge di lavori di riparazione e sono in molti a chiederne la riapertura al culto.

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