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Eboli partecipa al processo risorgimentale tramite quella borghesia professionale che si afferma a fine Settecento nelle città meridionali. Gli Ebolitani segnalati dalla prefettura come “attendibili politici” a metà Ottocento sono medici, avvocati, più in generale persone etichettate come professionisti. La figura di Francesco La Francesca, avvocato difensore dell’equipaggio che portò Pisacane nel Cilento e poi senatore del Regno d’Italia, nella cui casa verrà ospitato Garibaldi che procede verso Napoli, ne è l’espressione più autorevole. Le prime amministrazioni post-unitarie sono gestite da esponenti del ceto professionale segno di una più diffusa monopolizzazione della vicenda municipale che vede tra i suoi punti forti, peraltro in continuità con la cultura aristocratica, il rapporto paternalistico con i ceti popolari. Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, a questo si contrappone un gruppo di commercianti e uomini d’affari che accrescono la loro posizione nelle gerarchie sociali grazie alle reti del credito, al commercio, al mercato della terra e anche alla crisi agraria che vanifica antiche ricchezze favorendo la loro affermazione. I due gruppi danno vita a due partiti: "il partito di sopra", quello dei civili così chiamato perché ha una sua identità spaziale visto che i suoi esponenti hanno le loro attività e le proprie abitazioni nel centro storico, e quello della "nuova elite" che invece si è localizzata fuori dalle vecchie mura cittadine, da cui "partito di sotto". Lo scontro tra questi due gruppi caratterizza lo scenario politico ebolitano fino all’avvento del fascismo. Per l’economia locale, la crisi agraria di fine Ottocento più che una fase di generalizzata depressione sembra essere un processo nel quale, accanto alla disgregazione di conduzioni e colture tradizionali, iniziano ad emergere tendenze verso la riorganizzazione della produzione in senso capitalistico; il che vedrà costituirsi, all’interno delle famiglie agrarie della Piana, un fronte “innovatore” che investirà in attività legate a colture più remunerative ed uno conservatore che manterrà la propria specializzazione ceraiolo-suina. Non sono solo i “problemi” con le amministrazioni di Eboli e Capaccio a far sì che gli agrari si impegnino per la crescita di Pontecagnano - diventato comune autonomo nel 1911 - e di Battipaglia - che si affermerà prima come importante nodo ferroviario per poi diventare comune nel 1929 - ma è anche l’importanza di queste nuove realtà produttive che determina lo spostamento del baricentro economico-produttivo verso la pianura.

La categoria STORIA è tratta dalla tesi di laurea "Progetti e piani di espansione e risanamento a Eboli: 1869-1932" dell'Arch. Luca Palladino

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