
Poco distante dal Monastero delle Benedettine, è sito il Palazzo signorile del XVI secolo appartenuto al nobile ebolitano Pacilio De Consulibus, erario del principe di Eboli. Fortemente danneggiato dal sisma del 1980, l’edificio conserva quasi inalterata la configurazione originaria. Balconi con mensole in pietra modanata, parapetti in ferro battuto e un portale d’ingresso in pietra scolpita costituiscono il prospetto su Via Capo di ferro, vicolo in cui è possibile scorgere ed ammirare il pregevole stemma con scudo raffigurante due profili umani a rilievo, preceduti, in altezza, dalla scritta “Amore 1554”, testimoniante il matrimonio tra i de Consulibus e la famiglia Amore.
L’attuale stemma è soltanto una copia recente, seppur raffinata e pregevole, dell’originale rubato, come tante altre preziose testimonianze di interesse storico-artistico ma anche e soprattutto paesaggistico ed urbanistico, durante i decenni di completo abbandono, incuria e razzie, susseguitisi al terribile sisma del 1980.
Il palazzo, dalla pianta irregolare, conserva, all’interno, resti di un affresco sacro.